1. Liverpool e Chelsea in Olanda vengono percepite come squadre difensiviste, almeno a giudicare dal botta e risposta in conferenza stampa fra un cronista e il Bondscoach Louis van Gaal. Il quale fa giustamente notare che il sistema di gioco con la linea difensiva a tre o a cinque a seconda delle fasi non determina la filosofia di gioco.
2. All’Inghilterra manca sempre un centimetro per arrivare al traguardo – ma questa più che una scoperta è una conferma. Nella prima mezz’ora della partita d’esordio agli Europei contro la Croazia si vede la squadra di Southgate fare un gioco di posizione talmente riuscito che i giocatori non hanno neanche bisogno di correre per recuperare la palla, tanto stanno ben messi sulla trequarti e tanto bene funziona il reciproco scivolamento posizionale. Sembrava toccassero un interruttore: Foden al posto di Kane, Kane più basso, Mount ovunque, Rice in qualsiasi buco si creasse. Peccato finisca tutto dopo mezz’ora e per il resto dell’Europeo non si veda più traccia di tanta maestria, al punto da dubitare che sia davvero accaduta.
3. Si può vincere ad Amsterdam battendo l’Ajax al suo stesso gioco. Ci è riuscita la Roma di Paulo Fonseca una sera di aprile in cui ad affacciarsi dalle linee difensive di entrambe le squadre si rischiava un attacco di vertigini.
4. Scambio di ruoli in Olanda-Germania, finale dell’Europeo Under 21. Nel senso che la Germania passa dopo 29 secondi con un’azione molto vicina alla perfezione, in cui la palla circola a una velocità altissima, la toccano in dieci e tutti solo per una volta. Che Floria Wirtz fosse un gran bel giocatore, invece, lo sapevamo già.
5. Xavi, che proprio in questo giorno nel 1998 debuttava nelle giovanili del Barcellona, non è bravo solo i bicchieri. A cinque anni dalla sua spiegazione di come si muoveva il Barça di Guardiola nel documentario Take the ball, pass the ball, sulla panchina di Pep c’è lui. E a giudicare dai progressi della squadra da sei mesi a questa parte, si può dire che riesca a farsi capire bene.
6. Leroy Sané sta diventando un altro giocatore. E che giocatore.
7. Il Volkskrant su Frenkie de Jong: “Sopratutto nella finale di Coppa, a giudizio di molti ricordava Johan Cruijff quanto a stile, dominio, leggerezza di passo, dribbling, visione, passaggi.” Per chi volesse recuperarla, la finale in questione è Athletic-Barcellona, Coppa del Re 2021. Frenkie shining light.
8. La squadra più interessante dell’anno è sicuramente lo Sporting CP di Ruben Amorim, capace di eliminare il BVB nel girone di Champions, tenere testa all’Ajax pur schierando una formazione giovanissima, salvo arrendersi al City negli ottavi senza recriminazioni né rimpianti. La scena calcistica portoghese si conferma vivace non solo per i giocatori che forma, ma anche per gli allenatori.
9. Nous Mazraoui è diventato il giocatore che era. E che giocatore.
10. All’Arsenal stanno dando fiducia a Mikel Arteta e fanno bene, perché è una squadra con un’identità chiara e che sta prendendo sempre più fiducia nei propri mezzi.
11. Parla, laggente purtroppo parla, non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla che qui mi manca l’aria.
12. Per la serie, cronache dalla barbarie. Titolo della Gazzetta: “E se il non-gioco di Allegri fosse la chiave del successo?” E se invece se una squadra gioca un calcio che era già vecchio quattro anni fa lo si dicesse e basta?
13. La lotta di classe non si arresta alla linea del fallo laterale. Gianluca Scamacca è al momento il miglior centravanti italiano della Serie A, ha 23 anni e quando gliele lasciano calciare, sa pure segnare le punizioni. Eppure in Nazionale non gioca e il ventilato passaggio dal Sassuolo a un grande club è tutto da verificare. Ma dai, ti pare che è perché viene da Fidene…?
14. Cruijff non se n’è mai andato. Ce lo ricordano Frenkie e Pedri che (si) guardano in quel modo, Daley Blind che è tornato a fare il terzino, Pep che da mesi gioca per scelta con ogni sorta di giocatore al posto del centravanti, e anche i tulipani che sono tornati a fiorire.